Il Congresso USA sostiene l'invio di missili a lungo raggio all'Ucraina

Ma la Casa Bianca e il Pentagono frenano.

Elissa Slotkin, deputata Dem del Michigan alla Camera dei Rappresentati Usa, facente parte del Comitato per i servizi armati e già analista della Cia, ha affermato che al Congresso statunitense esiste il supporto bipartisan per l’invio di missili a lungo raggio MGM-140 Atacms (Army Tactical Missile System) all’Ucraina da utilizzare nel sistema lanciarazzi multiplo (Mlrs – Multiple Launch Rocket System) M-142 Himars.

La Slotkin, che ha recentemente visitato l’Ucraina, ha riferito alla Cnn che nei colloqui che ha avuto riguardo a cos’altro possano fare gli Stati Uniti per gli ucraini nelle prossime tre/sei settimane “con molta urgenza” ci potrebbe quindi essere l’invio degli Atacms: una decisione che sarebbe supportata dall’intero Congresso statunitense.

Gli Atacms sono dei veri e propri missili balistici a corto raggio per via della loro gittata, che può raggiungere circa i 300 chilometri. Sviluppati dalla Lockheed-Martin per sostituire il missile MGM-52 Lance, sono cominciati a entrare in servizio nel 1991 e vengono utilizzati dai sistemi Mlrs tipo M-270 oppure dai più recenti M-142. Il missile è lungo 3,98 metri, largo 0,61 e ha un peso al lancio compreso tra i 1320 e i 1673 chilogrammi utilizzando un motore a propellente solido monostadio. Un M-270 può trasportarne due che possono montare diversi tipi di testate: o singola ad alto potenziale da 560 chilogrammi o con submunizioni M74 antiuomo. Esistono diverse varianti dell’Atacms con diversi sistemi di guida (inerziale o inerziale più Gps), diverso carico bellico e differente gittata: la versione Block 1A ha una testata da 160 chilogrammi e una portata di 270 chilometri che diventano 300 in caso vengano montate le submunizioni M74. Sappiamo che esistono due diverse versioni della testata singola per questa variante: a frammentazione o ad alta penetrazione per bersagli induriti. Si ritiene che la precisione dell’Atacms Block 1A sia intorno ai 10-50 metri Cep (Circular Error Probable) sebbene la saturazione d’area data dalle submunizioni elimini il problema della precisione. Il Block 3 del missile, designato anche come Tacms-Penetrator, è un Atacms Block 1A equipaggiato con una singola testata ad alta penetrazione ad alto potenziale con una gittata di 250 chilometri. Esiste anche una sottoversione della Block 1A, definita “unitary” con una singola carica bellica da 213 chilogrammi a frammentazione o da 247 chilogrammi ad alta penetrazione con portata di 300 chilometri. Le ridotte dimensioni del missile, la rapidità di ricaricamento e la mobilità del veicolo di lancio consentono di ottenere la massima efficacia di fuoco.

Come detto gli Atacms possono essere lanciati sia dagli Mlrs M-270, forniti all’Ucraina dal Regno Unito recentemente, sia dagli Himars. Attualmente sappiamo che l’esercito di Kiev dispone di un numero compreso tra i 12 e i 16 M-142 armati con razzi di artiglieria a guida di precisione M30 (testata a submunizione) e M31 (testata singola) che possono colpire bersagli fino a circa 43 miglia (70 chilometri).

Abbiamo già avuto modo di parlare della sua efficacia a livello locale in quanto mette sotto tiro gli snodi di distribuzione dei rifornimenti russi per la stessa organizzazione della rete logistica dell’esercito di Mosca, ma abbiamo anche affermato che 12 Himars (o 16) non rappresentano un game changer per le sorti del conflitto, in quanto non possono essere presenti lungo tutto il fronte dato il loro numero esiguo. La riorganizzazione dell’offensiva in Ucraina da parte dello Stato maggiore russo ha razionalizzato le linee di avanzata, riducendole, quindi l’esercito ucraino può usare i pochi Himars in modo efficace, ma se (o quando) Mosca deciderà di avanzare lungo più fronti, come ad esempio nel sud del Paese a ovest del fiume Dnepr e nell’oblast di Donetsk, Kiev potrebbe trovarsi costretta a separare le sue forze (e gli Himars) per cercare di rallentare le offensive, e allora i sistemi missilistici perderebbero molta della loro forza dirompente non potendo colpire in modo capillare le retrovie.

La possibilità che gli Stati Uniti forniscano gli Atacms apre un’ulteriore riflessione, che abbiamo già avuto modo di accennare quando è stato reso noto che la Camera dei Rappresentati Usa aveva fatto passare un emendamento tramite il quale si rendeva possibile l’addestramento dei piloti ucraini all’uso di cacciabombardieri di fabbricazione statunitense.

Pensare che Kiev utilizzi sistemi missilistici a lungo raggio, o cacciabombardieri, solo per attaccare le forze russe sul territorio ucraino è quantomeno ingenuo: un belligerante, soprattutto davanti a un’invasione penetrata in profondità nel proprio territorio e in condizioni di inferiorità numerica e in difficoltà nel reperire rifornimenti e sostituire le perdite come avviene per l’Ucraina, non si limiterebbe a impiegare tali armamenti solo ed esclusivamente sulle linee avanzanti dell’esercito nemico, ma cercherebbe di scompaginare l’intero sistema militare avversario andando a colpire depositi, snodi ferroviari e stradali e altri obiettivi che, se messi fuori uso, permetterebbero di intaccarne il potenziale bellico, industriale compreso.

Perché, ad esempio, l’esercito ucraino dovrebbe evitare di colpire il ponte sul vitale Stretto di Kerch con gli Atacms? La sua distruzione permetterebbe a Kiev di allungare le linee di rifornimento russe costringendole a passare attraverso il meridione ucraino appena conquistato, dove sarebbero molto più vulnerabili a ulteriori attacchi. Perché, ancora, Kiev dovrebbe limitarsi a usare i cacciabombardieri Usa per colpire obiettivi al fronte quando potrebbe usarli per distruggere depositi di carburante, raffinerie, ponti e centri di comando in Russia? Pensare che un belligerante, che in questo momento è sulla difensiva e che sta perdendo una guerra diventata d’attrito (quindi volta al consumo delle risorse), possa limitare l’uso dei propri armamenti non ha riscontri nella realtà della guerra.

Quanto apprendiamo da oltre Atlantico apre un’altra riflessione: l’inasprimento del conflitto in Ucraina trova il consenso di tutta la politica statunitense senza distinzioni di partito, ed è stranamente il Congresso a risultare più “bellicoso”, con la Casa Bianca (e il Pentagono) che frenano nella considerazione che l’invio di una certa tipologia di armamenti potrebbe seriamente non solo intensificare il conflitto in Ucraina ma anche farlo espandere al di fuori dei suoi confini.