Se pecca per inavvertenza qualcuno del popolo della terra, violando un divieto del Signore, quando si renderà conto di essere in condizione di colpa, oppure quando gli verrà fatto conoscere il peccato che ha commesso, porterà come offerta una capra femmina, senza difetto, per il peccato che ha commesso. Poserà la mano sulla testa della vittima offerta per il peccato e la scannerà nel luogo dove si scanna la vittima per l’olocausto. Il sacerdote prenderà con il dito un po’ del sangue di essa e lo porrà sui corni dell’altare degli olocausti e verserà tutto il resto del sangue alla base dell’altare. Preleverà tutte le parti grasse, come si preleva il grasso del sacrificio di comunione, e il sacerdote le brucerà sull’altare, profumo gradito in onore del Signore. Il sacerdote compirà per lui il rito espiatorio e gli sarà perdonato.
Kauṣītakī affermava: limitati sono i risultati dei riti in cui è recitato un limitato numero di formule sacrificali- infiniti sono i frutti dei riti in cui è recitato un infinito numero di formule sacrificali- la mente è l’infinito- Prajāpati è la mente-[…] si ottiene un limitato attraverso il limitato, l’infinito attraverso l’infinito.
Il primo passo è tratto dal libro del Levitico capitolo IV 27-31, traduzione della CEI edizione 2008. Il secondo passo è tratto dal libro Kauṣitakī Brāhmaṇa capitolo XVI 2-3.
Cosa li accumuna? L’uso del concetto di sacrificio, che in sanscrito si traduce con karman, da cui deriva una parola tanto usata in occidente: karma! Ma quindi cosa vuol dire karma? Beh, in sanscrito kr, la radice del termine, significa fare! Una bella assonanza con l’ultimo mondo cabalistico, quello di Assiah, che significa, guarda caso, fare!
Qui arriviamo al grande problema delle traduzioni e delle interpretazioni delle traduzioni!
Il libro del Levito è il karma del popolo di Israele, perché in esso ci sono descritti i rituali da compiere per mantenere in essere il patto tra l’Entità protettrice di quel popolo e il popolo stesso.
Esattamente come ora, il sottoscritto, è qui a scrivere questa lectio per rispettare il mandato della nostra Via con la Regina Immortalis Lilith. Tranquilli, cercherò di essere breve e diretto, anche perché non avendo nessun ruolo istituzionale, questa lectio non assume lo stesso valore di quando è redatta dal Gran Maestro della Via.
Comunque, il concetto di Karma è questo: adempiere a quanto stabilito dal rapporto cielo - terra. Fare, in altri termini, quelle azioni affinché quanto previsto dalle regole di accordo siano onorate!
Qualora non lo siano, è compito di chi non le onora eseguire rituali adatti al ristabilire l’equilibrio dell’accordo. Esattamente come previsto nel libro del Levitico.
Quindi il karma non è nulla di quanto oggigiorno si crede.
Si tratta di qualcosa di molto più concreto, riguardante il qui e ora, dipendente dal mio rapporto con il Cielo e della Via intrapresa. Per voi che avete intrapreso questa Via dedicata a Lilith, un punto da inserire tra i Karman importanti è, quantomeno, il Rituale Ermetico della Luna Nera ad ogni Luna Nera.
Quindi Assiah e Karma condividono lo stesso identico sostrato significativo di destino: un qualcosa che con la mia azione e conoscenza posso modificare per ottenere dei benefici.
Riprendiamo sempre le tradizioni da dove deriva il termine Karma, quindi andiamo ancora in India, dove possiamo leggere:
La grande arte sta nel conoscere le misteriose leggi di causalità che reggono i fenomeni del sacrificio.
Frase scritta da Sylvain Lévi, nel libro: La dottrina del sacrificio nei Brāhmaṇa.
Quindi il Karma è solo una questione di consapevolezza di come ottenere equilibrio, onore, con l’uso sapiente dei sacrifici, esattamente come detto nel libro del Levitico, o come il concetto di Destino.
Diverso è il concetto di Fato, il cui potere è superiore anche agli Dei, questo perché il Fato è posto nel Olam Briyah, עולם בריאה, il mondo della Creazione, in cui si formano gli archetipi dell’Esistenza.
Se prendiamo l’intervista del nostro “amico” discendente da una delle 13 Casate Occulte, possiamo leggervi:
ATS: C’è qualcosa che non capisco, e forse HH potrà spiegarmela. Perché coloro che appartengono a Lucifero (e Lucifero in persona) non combattono per la libertà di tutte le anime? Se Lucifero rappresenta la libertà e la volontà di conoscenza, perché non agisce come il Lucifero biblico, ribellandosi dalla tirannia degli Anziani?
HH: Questa è una domanda molto buona, grazie. La suddividerò in due parti.
In primo luogo, il Consiglio degli Anziani rappresenta l’esatto opposto della tirannia. Essi sono i saggi e amorevoli guardiani della nostra galassia. Molte sono le cose che non possono comprendersi dal punto di vista della terza densità. Quando si raggiungono densità più elevate ci si accorge come in ultima analisi esista solo l’Unità. Tutto ciò che non è Unità è illusione, o ‘forma-pensiero’. Il Consiglio ci pose di fronte ad una serie di scelte. Scegliemmo di rimanere qui per aiutarvi, nonostante questa scelta abbia comportato un costo per noi. In ciò consiste la natura amorevole del servizio agli altri. Lo estremo paradosso in tutto ciò è che per poter essere al vostro servizio dobbiamo essere assolutamente egoisti. Amo il senso dell’ironia del nostro Creatore.
Per quanto riguarda la prima parte della tua domanda, la raffigurazione biblica della ‘Guerra in Paradiso’ non è del tutto inesatta.
Mi spiego. Il nostro mandato iniziale prevedeva che introducessimo il catalizzatore del libero arbitrio su questo pianeta.
Inizialmente, quando Yahweh interpellò il Consiglio degli Anziani, non era in cerca di un aiuto esterno per la introduzione del libero arbitrio, ma solo di una guida riguardo come avrebbe potuto accelerare il processo evolutivo della sua gente. Come ho già detto, allora sulla Terra correva una dittatura benigna. In quel momento, subito dopo che avemmo completato una missione su Tau Ceti, ci furono riferiti i nostri compiti successivi. Noi (come gruppo animico Lucifero) fummo inviati a visitare la Terra ed incontrare Yahweh per valutare le sue leggi di creazione planetarie e prestare i nostri suggerimenti su come avesse potuto aiutare al meglio la sua ‘prole’ (userò questo termine per descrivere le anime del vostro gruppo animico) a raggiungere la evoluzione.
Considerammo molte opzioni, e in seguito riferimmo le nostre conclusioni al Consiglio e a Yahweh.
La nostra migliore valutazione fu che l’unico modo reale e veloce per aumentare la evoluzione in maniera significativa fosse la introduzione del libero arbitrio.
Tuttavia, Yahweh non intendeva specificamente introdurre il libero arbitrio, ma solo un catalizzatore di evoluzione.
Egli non fu affatto soddisfatto della nostra relazione circa la attuazione del libero arbitrio. Era soddisfatto del suo piccolo paradiso, e non intendeva ‘perdere il controllo’ su di esso. Alla fine, il Consiglio lo persuase che fosse il modo migliore, ed egli accettò con riluttanza.
Tornammo sulla Terra, ed avemmo un cordiale incontro con Yahweh, per discutere sulle migliori modalità con cui avremmo potuto introdurre l’opzione del libero arbitrio.
Yahweh era fermamente convinto che la sua prole avrebbe scelto di essergli fedele, in quanto estremamente soddisfatta dell’allora modo di vivere, e che quindi avrebbe mantenuto la sua fiducia in lui e fatto ciò che egli riteneva fosse meglio. In questo – affermò – stava la ‘ragione principale’ per cui la introduzione del libero arbitrio non avrebbe funzionato come catalizzatore.
Ecco perché accettò lo esperimento dell’Albero della Conoscenza. Egli credeva di essere nel giusto.
Quando prese atto che le cose non stavano come si aspettava si arrabbiò, gettò i suoi giocattoli fuori dalla carrozzina e la sua prole fuori dal giardino e instillò un grande senso di colpa in loro riguardo il fatto che avevano tradito la sua fiducia disobbedendogli.
Il che non è proprio un modo onorevole di comportarsi per un Logos, ma … hey, ritengo che questo sia il bello del libero arbitrio. Il successivo ‘problema’ che si verificò fu che i suoi figli ci dimostrarono tanta gratitudine per il nostro aiuto che Yahweh diventò (per sua stessa ammissione) un “Dio geloso.” Il che condusse a cose come il “Non avere altri dèi all’infuori di me.”
Tale situazione non ci soddisfò, in quanto un Logos non avrebbe dovuto comportarsi in questo modo con i suoi figli, che sono parte di lui.
Quando tentammo di lasciare il pianeta per tornare al Consiglio, Yahweh ci impedì di partire. Fummo gettati nel piano astrale e confinati in esso. Il Consiglio ordinò che fossimo liberati, ma noi stabilimmo che prima avremmo dovuto assolvere il nostro contratto di aiutare le anime della Terra nella loro evoluzione.
Non intendevamo lasciarle per sempre; erano esseri polarizzati molto positivamente, così decidemmo di restare per dar loro il nostro aiuto, sebbene avremmo preferito di potere essere liberi di andare e venire a nostro piacimento dal pianeta.
Tuttavia, l’unica possibilità di restare fu quella di rimanere confinati come gruppo animico, il che comportò una serie di cicli di incarnazione (come anime individuali), esperienza che non sperimentavamo da molto tempo.
Come ho già detto, non esiste ‘sbagliato’ o ‘giusto’ in una ottica di densità superiore, ma esistono solo le conseguenze suscitate da ogni azione.
Questa è la legge dello effetto karmico. Il contratto tra Yahweh, noi e il Consiglio, affinché fornissimo il catalizzatore era ormai già stato stipulato, così per effetto karmico acquisimmo il diritto di rimanere.
L’effetto karmico provocato dal nostro imprigionamento da parte di Yahweh sul livello macrocosmico sortì il conseguente imprigionamento della sua prole sul livello microcosmico.
L’effetto karmico della sua scelta fu la messa in quarantena del pianeta da parte del Consiglio.
È necessario un certo livello evolutivo per entrare a far parte positivamente della società galattica.
Per quanto riguarda la ‘lotta per la libertà di tutte le anime’, ricorda che in ultima analisi questo è solo un gioco che tutti noi stiamo giocando. Siamo attori che giocano alla ‘fase della vita’. Questo ‘mondo’ è solo una illusione, o ‘forma-pensiero’. Nessuno ‘muore’ realmente, e nessuno è davvero malvagio. Tra le incarnazioni questo lo si sa molto bene. Ma le regole del gioco prevedono che si debba dimenticare chi si è realmente, in modo tale che si sia indotti a credere che tutto ciò sia ‘reale’. Questo è un prerequisito essenziale che deve condizionare le scelte che si compiono. In caso contrario il gioco sarebbe troppo facile. Questo mondo non è la realtà. Anche se siamo in grado di esprimere la realtà in esso, se così scegliamo.
Non è importante qui determinare se quanto detto nel dettaglio in questa risposta (a cui non si è modificata una virgola) sia reale, oppure no. A noi che stiamo studiando il Mondo del Fare interessa focalizzarci su i concetti espressi, che abbiamo visto anche sopra, ma che ora riprenderemo più in dettaglio grazie a questa risposta.
Un concetto che rappresentano pienamente cosa significa Karma, presente nella risposta, è: […] il che non è proprio un modo onorevole di comportarsi per un Logos […]!
L’onore, essere in onore significa essere in equilibrio, non esserlo significa creare disequilibrio. Guarda caso, l’intervistato di questa Casata ha usata proprio il termine onorevole.
Se rileggete la parte finale della risposta riportata sopra, vi accorgerete che tutta la seconda parte riguarda il rimane in onore. Onorare il contratto, arrivando ad accettare anche qualcosa che non è gradito, ma l’importante è rimanere in onore.
Per chi non rimane in onore, l’intervistato ce lo racconta, si genera squilibrio che deve essere riequilibrato con attività specifiche. Questo è Karma: fare qualcosa per riequilibrare ciò che non è in equilibrio, causa assenza di onore.
Prendiamo per esempio la nostra Via. Noi abbiamo un contratto con Lilith: onorarla ad ogni Luna Nera in cambio del suo influsso energetico conoscitivo e protettivo. Per qualche motivo, che tutti noi conosciamo, non siamo più in onore. Questo determina il degrado che stiamo vivendo, come Via, in questi mesi. Ecco perché sollecito che tutti gli iniziati, almeno, eseguano il Rituale Ermetico della Luna Nera, così da cercare di riequilibrare ciò che ora è squilibrato dal nostro non essere in onore con Lei. Ecco, anche, perché la lectio l’ha scritta nuovamente il sottoscritto. Ulteriore modo per agire con la finalità di portare equilibrio tra la nostra Via e il Cielo, che ci osserva!
Quindi Karma è un fare qualcosa per riequilibrare uno scompenso derivante da un’altra azione e/o situazione creata in precedenza.
Per questo è identico al Mondo di Assiah.
Il Mondo di Assiah sappiamo stare tra Malkuth e Yesod, rappresentato dalla tensione delle due Sephiroth caricate la prima negativamente e la seconda positivamente, unite dal trentaduesimo sentiero, quello di Saturno.
Saturno è la materia, è quell’energia pesante che concentra l’Akasha (che abbiamo già incontrato in una nostra precedente lectio). Saturno sappiamo anche essere la Sephirah Binah, cioè comprensione, la capacità divisoria di entrare nel significato. Per estensione, nel trentaduesimo sentiero, di dividere le cose, quindi di rendere il manifesto duale.
Ecco perché in questo spazio sub-lunare si agiste, c’è il Mondo del Fare: la tensione dei due poli (Terra – Luna), con la pressione forzata di Saturno, imbriglia la mente e la rende duale, portandola ad agire nella creazione (tensione e pressione dei due poli = azione) e, agendo, a creare squilibrio se non pienamente allineati con l’Equilibrio sopra-lunare (la Volontà!).
Ciò spiega anche la risposta che il nostro discendete di una delle 13 Casate Occulte ha dovuto fornire: non siete liberi! In questo spazio sub-lunare la nostra esistenza è forzata da quanto descritto sopra. Dalla mente separativa che come una pietra cubica schiaccia lo scorrere delle azioni, a meno che non si diventi consapevoli dei principi e si mettano in atto karman adatti.
Non a caso il trentaduesimo sentiero è detto Coscienza Adorata, così chiamato perché destinato a distruggere tutto ciò che ha a che fare con l’adorazione dei sette pianeti. È il principio di tutto. Se permettiamo che siano i presunti influssi degli astri a decidere delle nostre vite, non ci innalzeremo mai al di sopra del rango di animali. Il cabalista deve prendere in mano il proprio destino, sottrarsi al caso, alla fatalità, all’indolenza e plasmare il proprio divenire secondo regole che lui stesso forgia, e non quelle che gli vengono imposte dall’esterno, o che accetta per pura indolenza. Soltanto in questo modo potrà dare inizio al proprio iter di elevazione, rispondendo alla chiamata interiore.
Per fare questo bisogna distruggere la mente separativa, quella mente che vive nella dualità del piano di Assiah. Un iniziato qui capisce subito perché questa, il trentaduesimo sentito dell’Albero della Vita, è la prima via da percorrere. Sa che per essere padrone del proprio destino, del proprio Karma, dovrà affrontare la “gravità” di Saturno in qualità di detentore di tutte le azioni del manifesto, “gravità” che tende a spingere chi sta sotto tale influsso alla separazione, alla dualità e quindi a trovarsi a operare azioni che potranno portarlo in disonore.
In altre parole, senza mente separativa, senza dualità, non esiste lo squilibrio e quini non si necessità di karman per riequilibrarlo.
Ciò spiega perché la tradizione greca, come abbiamo accennato all’inizio di questa lectio, sostiene che il destino è modificabile, mentre il fato non lo è e a questo sottostanno anche gli dèi!
Di nuovo, un esempio è questa nostra Via! La nostra Confraternita si è trovata a percorrere quel sentiro, ma la forza di Saturno, che uccide i suoi stessi figli per evitare che evolvano, ha falciato la nostra crescita. Ricordate la mia ultima, ormai non più, lectio? Il discorso era proprio questo: superare gli influssi astrali per fare il passo iniziatico come Egregora, ma la dualità ha sopraffatto il nostro pensiero, perché è questo che fa la personificazione del Karma, tende a sopraffare.
Quanto detto poc’anzi potrebbe suonare anomalo tra l’insegnamento che oggi si trova ovunque nel web e non solo, ma rileggete la risposta del nostro “Amico” di sangue “puro”. Cosa succede al Logos di cui parla, a Yahweh? Succede che deve sottostare a un comitato di “sapienti” superiori a tutti. Strano che la mitologia etrusca dica esattamente la stessa cosa! Gli dèi dell’olimpo devono sottostare ai dodici dèi consentes che, a loro volta, devono sottostare agli dèi incogniti, i quali governano su tutto in modo inconoscibile, in modo fattuale!
Notate l’affinità con quanto ci ha descritto il nostro discendente di una delle 13 linee di sangue?
Ora dovrebbe essere chiaro che Karma, Olam Assiah e destino stanno tutti nello stesso spazio sub-lunare, in cui si può fare qualcosa. Questo fare, questo sacrificare, questo karman è funzionale a equilibrare qualcosa di non in equilibrio, o a mantenere in armonia il piano cielo-terra. Per questo si può dire che si può controllare il destino. Facendo delle azioni armonizzanti, si può riappacificare un destino pessimo. Facendo delle azioni equilibranti, si può anche calmierare il fato, poiché ciò che si equilibra fa si che posizioni l’individuo, che ha operato in quella direzione, in un posto diverso rispetto al flusso degli eventi, in una situazione diversa rispetto a dove si sarebbe trovato se non avesse fatto quel karman, quell’azione.
Tuttavia, come dicevo prima, tutto ciò esiste perché esiste la mente separativa, la mente duale. La mente che, per sua natura, porta l’essenza a provare sentimenti di squilibrio (odio, paura, desiderio morboso, giudizio, rabbia, invidia – ripensate a quando risposto dal nostro “amico” sopra). Tutti questi sentimenti sono frutto di un attaccamano agli oggetti del desiderio e da un’avversione verso quelli che non vogliamo. Come si può notare è la mente dualistica che entra in gioco, che giudicando cosa ci piace e cosa no, cerca forzatamente di farci agire per farci avere una cosa e respingere l’altra. Questo comportamento, queste azioni, producono squilibrio perché sono frutto di una condizione di schiavitù al sentiero di Saturno che, volutamente per “uccidere i propri figli”, gli fa sperimentare questa situazione squilibrata. La quale situazione, inevitabilmente per quello che abbiamo detto fino a qui, farà intervenire la legge di causa-effetto universale per riportare l’equilibrio energetico.
Da qui il poter asserire che senza mente separativa non c’è Karma, destino, il mondo di Assiah (infatti ci si troverebbe nell’Olam Yetsirah, עולם יצירה).
Il punto, a questo punto (scusate il gioco di parole), è che siamo ormai alla sesta pagina di questa lectio e, siccome ho promesso di essere veloce, forse è meglio che taglio. Certo ci sono sicuramente domande che sorgono, tipo: ma se non “uccido” la mente separativa, quali “contratti”, “regole”, “equilibri” devo onorare, così da equilibrare la mia esistenza? La risposta arriva da Ermete Trimegisto, che padroneggiava le tre Vie Occulte: magia, astrologia e alchimia. Con l’astrologia si capisce sotto quali pianeti (32esimo sentiero) ci si trova e con la magia (rituali teurgici) si pone in essere il karman adatto. Così come noi, sotto l’influsso della Luna Nera poniamo in essere un rituale per onorare la nostra Regina e riequilibrare ciò che abbiamo fatto!
Le cose da dire sarebbero ancora molte, altre domande sorgono, ed è normale! Per spiegare più a fondo questi aspetti del Karma, di Olam Assiah e del destino, ci vuole un’altra lectio, ma lasciamo che sia la nuova guida, che speriamo la Regina Immortalis Lilith ci vorrà indicare, a concludere il discoro.
Buona Luna Nera e buon Rituale Ermetico a tutti voi!
Fraternità e LVX! Frater SRH
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