Parlando con Gianfranco Raimondo, che, tra l'altro, ha un cognome tipico del paese cui voglio fare qui qualche accenno, vale a dire Rocchetta Nervina (IM), mi ricordo talora di un aspetto di pregressa civiltà materiale. La mia famiglia si rifornì a lungo da un contadino del luogo di un delizioso olio d'oliva. Ed anche, per un primo periodo, di legna da ardere, perché quelli erano i tempi. Solo che, ancora alla svolta degli anni '60 del secolo scorso, prima di dotarsi di furgoncino, quel signore, con cui poi tante volte scambiai saluti e impressioni in quel borgo, faceva i suoi trasporti con un carretto trainato da un mulo. Alle provviste della stufa della nonna materna in Bordighera (IM), quel signore contribuì, invero, più a lungo.
E mi sembra di vedere ancora quel paziente animale davanti ad una casetta, da tanto ormai demolita, dall'altra parte della strada parte della strada provinciale rispetto al nostro cortiletto di allora, in zona Nervia di Ventimiglia (IM).
Rocchetta Nervina (IM) rappresentò per molto tempo per me un arcano mistero, nonostante la conoscenza di tante persone del posto, che visitavano spesso casa nostra, distante solo una dozzina di chilometri, o che ebbi per compagni, se non di classe, quantomeno di istituto. E, per ormai perse ragioni, da adolescente le tante mie scampagnate in bicicletta lungo la Val Nervia non ebbero mai una deviazione verso quel luogo.
Mi sono avvicinato fisicamente per la prima volta in occasione di un personale esperimento di viaggio in motorino: senonché, ormai vicino a quell'abitato, rimasi in panne, da cui non avrei proprio saputo trarmi, se l'autista - pietoso - dell'autobus di linea, parcheggiato vicino a dove ero stato costretto a fermarmi, non mi avesse prima spiegato che avevo inavvertitamente interrotto... l'alimentazione dell'olio e non avesse, poi, direttamente provveduto a rimediare all'inconveniente.
Dopo di che mi affrettai a tornare indietro ancora senza visitare Rocchetta Nervina.
Vennero, tuttavia, presto le occasioni per recarmi spesso a Rocchetta Nervina, facendomi diversi amici ed accumulando discrete esperienze.
Ma per oggi concludo sul tema, appuntandomi a casaccio per altre occasioni una partita amatoriale di pallone elastico (sport in cui si cimenta ancora, ben superati i settanta, Alberto G.) ed un ripresa (ma credo che quella volta Bruno B., di solito presente a queste esperienze, non ci fosse) di interviste con video-camera da fare vedere come prologo del comizio serale.
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